Camelia: specie, coltivazioni e malattie
Origini e caratteristiche della Camelia
Le prime testimonianze dell’uso di questo fiore risalgono in Cina circa 5000 anni fa, le cui foglie venivano utilizzate come infuso per produrre tè. Esiste una lunga tradizione della “cultura” della Camelia anche in Giappone, sempre con lo scopo di produrre tè (Camellia Sinensis) oppure olio (Camellia Oleifera).
Il nome “Camelia” fu dato da Karl von Linné, botanico svedese, in onore di Georges Joseph Kamel (1661-1706), gesuita botanico, missionario, farmacista e naturalista, che arrivò a Manila nel 1688, famoso per aver istituito la prima farmacia nelle Filippine e il primo orto botanico.
La storia della Camelia in Europa ebbe inizio in Inghilterra nei primi del 1700 quando alcuni mercanti britannici si recarono in Cina ed ebbero modo di assaggiare il tè; chiesero ai cinesi di poter importare qualche pianta ma al rientro si accorsero di aver ricevuto la pianta di Camellia Japonica (specie da fiore) e non della Sinensis (per produrre tè).
Così nel 1739 fu coltivata la prima Camelia Japonica, rara e costosa, riservata, quindi, solo a pochi (corti e giardini principeschi). Verso la fine del 1700 venne importata anche in Italia e fece il suo ingresso negli splendidi giardini della Reggia di Caserta (anche se pare che una grande diffusione si ebbe in particolare in Lombardia e Toscana, dove nacquero molteplici specie e vivai specializzati). Successivamente arrivò anche nei Paesi Bassi, Francia e Belgio, ma anche in Australia, Stati Uniti e Nuova Zelanda, con tante splendide varietà.
Le Camelie sono piante arboree, appartenenti alla famiglia delle Theaceae (piante dicotiledoni, presenti in prevalenza nelle regioni tropicali e sub-tropicali) non raggiungono altezze superiori a 10-12 metri, molto decorative, con diverse classi di fiori, tra cui fiore semplice (con corolla, con un solo giro di fiori, con stami evidenti), doppio (costituito da petali disposti in file ordinate ma senza stami), semidoppio (due o quattro giri di petali con stami ben evidenti), a forma di rosa (con più giri di petali, non ordinati, stami centrali visibili), a forma di peonia (fiore largo con petali misti a “petaloidi”) o anemone (con più file di petali, con centro di stami o petaloidi).
Il fogliame è lucido e rigoglioso, le foglie si presentano in modo alterno sul ramo e la conformazione più comune è quella ellittica (contorno a forma di ellisse, con estremi arrotondati, lunghezza fino a tre volte maggiore della larghezza).
Il frutto è una capsula coriacea, legnosa e durante il periodo estivo potrebbe dare semi. È necessario lasciarlo maturare e aspettare la fine dell’estate; il seme si aprirà e potreste provare a piantarlo.
Le radici sono di tipo fascicolato e si presentano piuttosto robuste, e si sviluppano molto anche in superficie.
Camelia: tipi e varietà
Le specie più diffuse (ne esistono circa 270) sono:
Camellia Japonica
o Rosa del Giappone, è la più diffusa nell’Italia centro-meridionale, insulare e sui larghi lombardi e piemontesi, è la più ricca di variazioni di forma, dimensioni e foglie.
Fioritura primaverile, da marzo a giugno.
Sinensis
dalle cui foglie si ottiene il tè. Fiori bianchi, semplici, penduli. Fioritura invernale.
Sasanqua
originaria del Giappone, ha fogliame fitto, piccoli fiori, semplici o doppi, bianchi o rosa, profumati (aroma molto dolce) che sbocciano da novembre a marzo, foglie ellittiche.
Oleifara
molto semplice e poco ornamentale, originaria della Cina, ricca di un olio, utilizzato nella medicina e nella cosmesi.
Reticulata
presente soprattutto in Cina, nei boschi di conifere.
Sempreverde, semirustica, a grandi fiori singoli con petali rosa che sbocciano in primavera; foglie ovali, di difficile moltiplicazione.
Lutchuensis
la più profumata, ad arbusto alto di 2-3 metri, fiori semplici, bianchi, di sei petali.
Fraterna
è un arbusto che può raggiungere anche i 5 metri di altezza, fiori profumati, bianchi o rosa.
Maliflora
è un arbusto che può raggiungere 2,5 metri di altezza, fiori rosa, utilizzato in Cina come abbellimento nei giardini.
Coltivazione della camelia
La camelia può essere coltivata sia in terra che in vaso; molto decorativa per terrazzi e giardini. In piena terra possono raggiungere altezze di 7/8 metri. I periodi ideali per effettuare l’impianto sono inizio autunno oppure primavera. Al momento di effettuare l’impianto è necessario controllare le radici, avendo cura che l’acqua non si trattenga troppo a lungo presso di esse; presentano comunque radici molto robuste.
Necessitano di un terreno umido e acido (con ph tra 5 e 6.5), ben concimato, privo di calcare. Il terriccio ideale è leggero e poroso.
Amano le esposizioni luminose ma non troppo soleggiate e non tollerano il troppo vento; l’irrigazione deve essere costante e leggera e abbondante subito dopo l’impianto per poi mantenere un buon livello di umidità dopo la fioritura. Subito dopo l’impianto è preferibile una concimazione ricca di fosforo e potassio.
Chi vuole coltivare la camelia in vaso può farlo utilizzando vasi di plastica o di cotto. La base del vaso va riempita di sassolini che possono drenare l’acqua in caso di eccesso e si consiglia di usare un terriccio molto leggero. La concimazione deve essere frequente e con basse dosi di fertilizzanti.
Si può moltiplicare per:
- talea: utilizzando talee di ramo e prelevando rametti della lunghezza di 7-12 cm, di massimo 3 nodi, tagliando a pochi millimetri sotto il nodo più basso, eliminando la foglia basale;
- innesto: unendo due individui diversi e prendendo da uno l’apparato radicale e dall’altro la chioma, scegliendo ovviamente piante compatibili. Le tecniche dell’innesto sono svariate ma in questo caso si predilige quello per approssimazione, unendo rami di due piante affini (si può utilizzare sia l’innesto a spacco semplice che quello a spacco doppio);
- seme: è necessario attendere la fecondazione dei fiori e la relativa formazione dei frutti. Dopo la raccolta il frutto si dissecca e da esso si possono prendere i semi per porli a germinare, tenendoli un giorno prima idratati, magari con un batuffolo di cotone bagnato, per poi porli in vasi con terriccio leggero.
Malattie e parassiti della camelia
Le camelie possono soffrire di attacchi di funghi e in questo caso la miglior difesa è un buon sistema di drenaggio e tanta cura nella fase di impianto. Tra le malattie più diffuse ci sono:
- la necrosi di camelia: macchie scure sulle radici, causa troppa umidità. Cura efficace prevenzione e drenaggio regolare;
- l’antracnosi: attacca le piante giovani. Le foglie presentano macchie nere tonde. Un buon rimedio in questo caso sta nell’uso di prodotti a base di rame.
Gli insetti che possono attaccare queste piante sono:
- i ragni o acari eriofidi (in genere si presentano di color porpora sulle foglie), che si nutrono della linfa e provocano sulle foglie delle macchie colo ruggine. Buon rimedio lotta biologica (altri tipi di acari) oli per bloccare la respirazione o prodotti a base di Azociclotina;
- la pulvinaria, insetto bianco che succhia la linfa dando luogo a fumaggini o incrostazioni nerastre. Buon rimedio uso di saponi specifici;
- l’oziorrinco, di colore nero, si nutre delle giovani foglie, soprattutto di notte, lasciando rosure a semicerchio sulla foglia. Buon rimedio lotta biologica (con larve) oppure prodotti a base di Acephate.
Simbologia della camelia
“…. Per venticinque giorni al mese, le camelie erano bianche, e per cinque erano rosse …. Nessuno aveva mai visto a Marguerite fiori che non fossero camelie. Ecco perché da Madame Barjon, la sua fioraia, era stata soprannominata la Signora delle Camelie, e quel soprannome le era rimasto…” passo tratta dal romanzo di Alexandre Dumas “La signora delle camelie”
Marguerite, rivelava la “sua disponibilità” nei teatri tenendo in mano ogni sera un mazzo di camelie (bianche o rosse).
Del colore utilizzato dalla donna non sembra esserci una reale motivazione ma soffermiamoci un attimo su come si presenta questo fiore e quali sono le sue caratteristiche.
La camelia è un fiore sicuramente molto delicato e fragile, raffinato ed elegante, morbido. Ha bisogno di molte attenzioni e dedizione da parte nostra se vogliamo che duri molto e se queste cure sono sempre costanti, ci regalano delle fioriture straordinarie (si “donano” al 100%, aprendo i boccioli tutti insieme durante la fioritura).
Costanza, pazienza e passione, tipiche di un rapporto d’amore longevo, che va “coltivato” con continuità.
Non è un caso, quindi, che Marguerite (fragile donna) tenesse in mano proprio un mazzo di camelie per attirare i suoi amanti: che volesse dimostrare, al contrario, di non aver bisogno di un semplice amante ogni sera ma di un uomo vero che la facesse innamorare? Che fosse piuttosto la sua una richiesta di “aiuto” o di “attenzioni”? E se fosse lei stessa a rappresentare il simbolo della camelia per eccellenza?
La sua fragilità sarà poi ancor più dimostrata dalla sua malattia che la porterà alla morte: del resto non avendo avuto la possibilità di amare totalmente un uomo e di ricevere le “giuste attenzioni”, si spegnerà e nessuno potrà più godere della sua femminilità. Non è a caso, inoltre, che dividesse i fiori in bianchi e rossi a seconda delle giornate.
Il ciclo femminile: il rosso, fonte di vitalità, di rigenerazione; il bianco: purezza, divinità. Il ciclo della vita, che si rinnova continuamente, ma che se non “costantemente” stimolato, come nel caso della protagonista del romanzo, potrà più facilmente spezzarsi.
Abbiamo detto che questo fiore ha origini asiatiche ed in particolare è molto apprezzato in Giappone. La tecnica dell’Ikebana ce lo dimostra. Per chi non la conoscesse questa è un modo di “presentare”, ma forse in questo caso più “rappresentare” e “disporre” i fiori a seconda del proprio stato d’animo. Si utilizzano ovviamente fiori, ma in realtà, in una composizione di questo tipo, i protagonisti possono anche essere i rami o le foglie o addirittura i vasi.
Nel comporre un Ikebana, quindi, si lascia molto spazio alle proprie emozioni
Si può scegliere, ad esempio, un vaso enorme, coloratissimo, lungo, largo, di diverse forme o differenti materiali: ciò dipenderà da come stiamo vivendo in quel momento, dalle nostre preoccupazioni o da un nostro stato di serenità o positività (il vaso diventerà il “nostro contenitore” o più semplicemente rappresenterà il “nostro io” e ci racconterà quello che siamo o quello che vorremmo essere attraverso l’arte che andremo a rappresentare con l’Ikebana).
Si può scegliere, ancora, di dare più visibilità ai rami e meno ai fiori: magari ci sentiamo un po’ meno “entusiasti o ottimisti” in quel momento, in cui avremmo bisogno di più “sostegno” (rami) da parte dei nostri cari oppure a nostra volta, al contrario, vorremmo dimostrare noi stessi di poter essere la “forza e il “supporto” per chi ci è particolarmente a cuore. Può esserci un ramo unico (che rappresenti solo noi) o più rami anche attorcigliati tra loro (noi e il rapporto con gli altri).
O ancora scegliere la foglia come protagonista: scelta questa forse più “rischiosa e coraggiosa” perché, a differenza dei fiori o dei rami, potrebbe essere visto come un elemento più “marginale” e a “contorno”; forse perché in quel preciso momento si ha grande voglia di “uscire fuori” da un periodo buio o particolarmente negativo o si vuole semplicemente attirare l’attenzione dimostrando che “si è presenti per chi non se ne fosse ancora accorto”. O ancora se si ha una personalità particolarmente “estrosa” o fuori dagli schemi.
Ovvio che tutti questi elementi possono anche unirsi insieme, esempio: un ramo che, attorcigliato e pieno di foglie, termina alla base del fiore o fuori dal vaso ... a voi l’interpretazione ……
E l’Ikebana nella camelia?
Nella composizione vale quanto detto sopra, con la particolarità che la camelia è fiore assai delicato e i boccioli potrebbe cadere tutti insieme all’improvviso (ai samurai faceva paura proprio questo, lo consideravano segno di grande disgrazia se accadeva prima di andare in battaglia, pertanto nelle loro rappresentazioni davano più spazio a rami e foglie, come se volessero “inserire” un supporto).
A chi regalare la camelia
Fiore bello, elegante e profumato. Possiamo donarlo a quelle persone che ci ispirano queste stesse caratteristiche: di certo sapranno apprezzare la sua delicatezza e sapranno “curarla” con le dovute attenzioni, esattamente come vorrebbero fossero prestate loro. Ma anche per persone solari, che sanno apprezzare la fugacità del tempo e le cose belle che, a volte, anche se brevi, possono essere vissute intensamente. E perché no, regalare una bella composizione di Ikebana fatta con questo fiore? Magari insistiamo un po’ più con i rami, sottintendendo di poter sempre essere accanto e di aiuto alla persona amata (e due rami che si intrecciano per rappresentare la storia d’amore che si sta vivendo?).
Al contrario, possiamo insistere con il fiore protagonista, e regalarlo a quelle persone che dimostrano più rigidità e che spesso dimenticano di apprezzare la bellezza in tutte le sue forme.
Proprietà e consigli sulla camelia
Da questo fiore si estrae un fantastico olio usato per il corpo (ottimo per smagliature) o viso (acne), che rende la pelle molto morbida e delicata (così com’è il suo fiore) con un profumo molto dolce e intenso (da utilizzare anche sui capelli).
Inoltre, dalle sue foglie si estrae il thè che, oltre ad avere un buon sapore, è anche un ottimo antiossidante e viene sempre più spesso utilizzato in medicina per la cura di importanti malattie.
Cure e potatura della camelia bonsai
La camelia è molto apprezzata anche come bonsai, quali sono le cure di una camelia bonsai e come coltivarla: scheda dettagliata sulla camelia bonsai.
Cosa ne pensi? Commenta l'articolo con il tuo account Facebook!